Io scrittore francese François Rabelais ci ha regalato il più bel romanzo co- mico del cinquecento: le vicende esilaranti di Gargantua e Pantagruel, due giganti che stupiscono ancora oggi i lettori per la taglia enorme, l’appetito formidabile e le incredibili imprese.
Forse non tutti sanno che da questo romanzo deriva la parola italiana pan- tagruelico, un aggettivo dedicato proprio a descrivere un grande appetito e un pasto ricco ed invitante.
Ecco, mentre scriviamo del ristorante ‘Petito di Forlì ci ritorna alla mente questo bellissimo romanzo di Rabelais e la passione per il buon cibo dei suoi protagonisti, e non solo perché il nome della trattoria rappresenta la contra- zione dell’augurio buon appetito, ma soprattutto per l’attenzione minuziosa per le materie prime e la devozione nella cura dei piatti.
La trattoria ‘Petito segue a pieno la filosofia Slow Food per la quale la gastro- nomia raccoglie in sé la totalità e la complessità del mondo del cibo, coin- volgendo le nostre vite in un intreccio di saperi e sapori che non riguardano esclusivamente ciò che mangiamo, ma anche l’ecologia, l’etica, la tradizione ed il rispetto per il territorio.
Proprio dal rispetto del territorio e della tradizione nasce la cucina di ‘Petito, con una ricca selezione di Presidi Slow Food e di altre eccellenze italiane.
Nella selezione delle materie prime, una grande importanza viene attribuita alla stagionalità, per assecondare i cicli annuali e disporre sempre di ingre- dienti freschi, genuini e dal sapore eccellente.
Le materie prime ed i metodi di lavorazione esprimono tipicità e tradizione: le carni di bovina e mora romagnola, tagliate al coltello per conservarne e mantenerne il sapore originale; la mortadella Bologna; il raviggiolo dell’Ap- penino romagnolo; il formaggio di fossa di Sogliano; la pasta rigorosamente fatta in casa e preparata ogni giorno con farina biologica macinata a pietra e uova di galline allevate a terra; le tagliatelle tirate al mattarello condite con il ragù delle due razze romagnole; l’olio extravergine di oliva di produzione propria, la saba e il sale di Cervia.
‘Petito si è anche recentemente guadagnato il premio Slow Food “locale del buon formaggio” per la modalità con cui vengono selezionati i formaggi, il modo di proporli, e la capacità di collegarli sempre a territorio e stagio- nalità. Anche i più golosi saranno pienamente soddisfatti: zuppa inglese della tradizione, creme brulèe e semifreddo ai pistacchi di Bronte sono solo alcuni dei dessert di produzione propria.
Ottima anche la carta dei vini, tutte le etichette vengono accuratamente selezionate nel territorio emiliano-romagnolo, ad esclusione dei metodi classici e degli champagne.
‘Petito si trova all’interno di una bella palazzina in stile liberty vicino al centro storico di Forlì, un’atmosfera calda, accogliente e curata; la famiglia Zondin (il padre Roberto aiutato in sala dal figlio Andrea e in cucina dalla moglie Tina) gestisce da dieci anni il ristorante con tanta passione e dedizione. La cura per i dettagli, la bella esposizione di vini, i colori caldi delle pareti, le luci soffuse, il servizio attento, tutto qui contribuisce ad offrire agli ospiti una piacevole esperienza multisensoriale.
Nulla è lasciato al caso, anche il Menù non è solo un semplice elenco di piatti, cambia a seconda della stagionalità e racconta abbinamenti, fornitori e provenienza delle materie prime, spiegando la filosofia del ristorante; ecco ad esempio un messaggio del menù per gli ospiti riguardo alla selezione dei vini: I vini della carta, salvo qualche eccezione, sono prodotti del nostro territorio.

Tutte le cantine proposte sono infatti Emiliano-Romagnole in sintonia con la [ filosofia della nostra cucina. Abbiamo inserito, oltre alla scelta della bottiglia
intera, anche quella del vino a calice. Vi diamo quindi la possibilità di
gustare un piatto accompagnato dal vostro vino preferito, senza costringervi all’acquisto dell’intera bottiglia. Perché, a fine pasto, non avere la possibilitàdi portare a casa vostra il vino rimasto? A chi pensa che sia poco elegante, rispondiamo che è invece un peccato lasciare sulla tavola il vino che avete degustato. ’Petito vi invita a farlo! Vi consegneremo volentieri la bottiglia, e potrete così finire la degustazione a casa, senza la spada di Damocle dell’ ETILOMETRO. Vi ringraziamo dell’attenzione e buona degustazione!.È proprio il caso di dirlo allora, la cucina di ‘Petito sa parlare, e non solo al palato, ma anche al cuore.